Angelo Caruso, urban artist, situazionista-pacifista attivo e impegnato nel sociale, promotore di una estetica beuysiana, tessitore di relazioni tra differenti etnie e religioni, centro e periferia, organico e naturale oltre i confini culturali.
Il suo Fluid Rainbow, una scultura sinuosa realizzata per questa mostra con 1500 rametti colorati con i colori dell’arcobaleno raccolti al parco Lambro di Milano e a Castagno d’Andrea (Firenze), dove insieme con altri artisti condivide interventi di arte ambientale, opere site-specific realizzate con materiali organici incastonate in un straordinario paesaggio fiabesco.
Il suo arcobaleno sui generis non svetta nel cielo azzurro, ma poggia sul giardino verde del Centro Visite del Parco Nazionale Foreste Casentinesi e Monte Falterona, fiorisce in terra e si snoda come un serpente nello spazio circostante per tracciare un sentiero di un cambio di paradigma nella storia della civiltà moderna, perché il nostro futuro dipende dall’uso che faremo del progresso.
E’ un’ opera illuminante sulla nostra “Grande cecità”, direbbe Amitav Ghosh, scrittore indiano che denuncia gli effetti del cambiamento climatico. L’opera di Caruso rimanda a una riflessione di Nietzsche quando scrive << L’uomo è un animale non ancora stabilizzato>>.
E, in questo Eden ritrovato, il suo arabesco ci indica che l’uomo di oggi e domani potrebbe escludere di considerarsi il padrone della Terra, nella consapevolezza che a noi spetta la responsabilità di prenderci la cura di questo Pianeta, l’unico abitabile fino ad ora, seppure già agonizzante.